E’ importante imparare a controllare i pensieri negativi poiché essi sono la principale causa della
sofferenza.
Tutto dipende dalla qualità dei tuoi
pensieri!
Se per esempio penso
a un brutto momento della mia vita si produce un’emozione negativa che mi causa
sofferenza; se invece penso a una esperienza piacevole della mia vita provo
un’emozione positiva che mi produce gioia.
Invece i
pensieri positivi creano unione con gli altri e sono: la simpatia, la fiducia,
la gentilezza, il perdono, l’amore, la comprensione, la compassione, la
generosità, la solidarietà, la calma, la pazienza, la flessibilità, la gratitudine,
ecc.In breve, i pensieri negativi rappresentano la perdita della fiducia e
dell’amore che causa la paura di vivere, mentre i pensieri positivi sono il
riflesso della fiducia e dell’amore e quindi dell’assenza della paura. La paura
è appunto assenza di amore e di fiducia nelle proprie forze. Occorre però
subito precisare che soltanto l’eccesso di paura è patologico perché è normale,
utile ed importante avvertire la paura, magari anche una forte paura, di fronte
a pericoli veri.
Purtroppo,
l’eccesso di paura deriva quasi sempre da pericoli immaginari o
dall’ingigantire i pericoli veri, il che si verifica in presenza di un io
fragile, e questo succede quando si è succubi di programmi inconsci acquisiti
precocemente i quali scattano automaticamente.
Ed infatti, la
differenza fondamentale tra i pensieri negativi e quelli positivi è che i
primi sono involontari o spontanei, ossia vengono da soli, mentre i
pensieri positivi sono volontari e quindi necessitano di uno sforzo da parte
nostra per produrli, almeno fino a quando non ci siamo abituati a produrli
automaticamente. I pensieri negativi inoltre spesso sono compulsivi o
costrittivi e quindi sono di natura nevrotica, ossia sono causati dal
disadattamento all’ambiente. Va anche detto che i pensieri negativi, provenendo
direttamente dall’inconscio o sé istintivo, sono in netto contrasto con la
nostra parte conscia e razionale (altrimenti non sarebbero negativi).Ma
perché ci danno sofferenza? I pensieri negativi ci fanno soffrire perché
noi li consideriamo erroneamente opera nostra, ossia ci identifichiamo con essi
e con le emozioni che ne conseguono, per cui crediamo che siano veri, crediamo
che quei pensieri corrispondano alla realtà, mentre invece sono irreali, e
proprio perché sono irreali ci fanno paura: infatti sono i fantasmi della
nostra mente.Quando ci identifichiamo con qualcosa noi ne siamo dominati, ne
diventiamo schiavi, non sappiamo liberarcene, e ciò ci fa soffrire. Quindi è
molto importante uscire dalla mente (ossia dagli attaccamenti del passato e
dalle ansie per il futuro) e vivere nella realtà (ossia nel momento presente)
dove non c’è sofferenza perché la sofferenza è quasi soltanto
un fatto mentale. Non è ciò che
ci succede che ci fa stare male o bene, ma il modo in cui percepiamo i fatti e
come reagiamo ad essi.Ma da cosa sono prodotti i pensieri negativi? E qual è la
loro funzione? La funzione dei pensieri è quella di risolvere i problemi, di
risolvere le questioni rimaste in sospeso trovando le soluzioni più opportune.
I pensieri sono il prodotto della nostra memoria inconscia (o semplicemente
inconscio).I pensieri sono causati da uno scarico di tensione o di energia
elettrica. Se per esempio subiamo un torto assurdo e penoso, noi ci pensiamo
continuamente in quanto nel nostro inconscio, o meglio nei circuiti neuronali
del nostro cervello, si è creato un accumulo di quell’emozione negativa, sotto
forma di vere e proprie molecole biochimiche, che devono essere scaricate, e la
loro eliminazione produce i pensieri ricorrenti.
Dunque i pensieri sono
l’effetto della tensione elettrica eccessiva e hanno la funzione
di ridurla; ed è chiaro che più grande è la tensione, più assillanti sono
i pensieri che ne conseguono.Per scaricare completamente la tensione accumulata
(stress), al pensiero dovrebbe seguire l’azione, ma siccome non è possibile
uccidere il nemico, e non è possibile dare un pugno al capoufficio o a chi ci
ha criticato e alle persone odiose, e non è possibile risolvere i problemi
assillanti, né tanto meno trovare un tesoro nascosto o vincere una grossa somma
alla lotteria…., la tensione resta dentro e continua a crescere provocando il
rimuginamento dei pensieri negativi che si autoreplicano e alimentano essi
stessi.Quando il rimuginamento non riesce ad alleviare la tensione, allora la
pressione aumenta trasformandosi in forte ansia e in paura vera e propria che
in alcuni soggetti sfocia nel panico, i cui sintomi parossistici scaricano
finalmente la tensione e il soggetto sta bene almeno per un certo tempo.
La tensione si può paragonare all’energia termica che riscalda l’acqua nella pentola (mente) che evapora lentamente (atto del pensare) fino a che l’acqua entra in ebollizione (panico) facendola fuoriuscire (dalla pentola/mente) a causa della forte pressione (causando tachicardia e sudorazione).Tutte le cose che ci accadono – per esempio le paure, le perdite, gli insuccessi, le critiche, le aggressioni, le gioie, ecc. - sono registrate nella nostra memoria inconscia con tutta la carica emotiva che le accompagnano, e pertanto più è forte un’emozione, più spesso si riproduce il pensiero corrispondente perché ci vuole più tempo per scaricare la tensione. Quando siamo sereni lo siamo perché non c’è alcun pensiero negativo ad assillarci.Ora, dato che è il lavorio della mente che produce i pensieri negativi che causano la sofferenza, dobbiamo cercare di sbarazzarcene sostituendoli volontariamente con pensieri positivi, in modo da soffrire il meno possibile.
Ecco l’importanza del pensiero positivo! (Ed ecco anche l’importanza di una percezione di sé – altrimenti detta autostima o autoimmagine – non limitata, non ordinaria, ma elevata o superiore). Ma ovviamente non è facile sostituire i pensieri negativi, che sono automatici e involontari, con quelli positivi che richiedono uno sforzo volontario da parte nostra. Se fosse facile, ci sbarazzeremmo rapidamente della sofferenza e dell’infelicità. Tuttavia è possibile sostituire ai pensieri negativi quelli postivi, proprio come è possibile sostituire un’abitudine negativa con una abitudine positiva: ovviamente ci vuole tempo e metodo.La prima cosa da fare è togliere forza ai pensieri negativi ricordandoci che sono automatici e involontari, ossia che non dipendono da noi e non siamo noi a produrli; e quindi non dobbiamo identificarci con essi, il che significa che non dobbiamo considerarli reali, effettivi, concreti: in parole povere, dobbiamo distaccarci da essi.
Osservando i nostri pensieri negativi in modo distaccato, ossia come se non fossero nostri, essi vengono esorcizzati, neutralizzati, devirilizzati, depotenziati, spezzando così la spirale del loro autorafforzamento che si verifica quando li consideriamo veri e reali.Ma è davvero possibile osservare i propri pensieri in maniera distaccata? Si è possibile, a condizione che prima di controllare la mente ci ricordiamo che occorre calmare il corpo. E come si calma il corpo? Il corpo si può rilassare calmando il respiro. Occorre concentrarsi sul respiro e averne piena consapevolezza.
La tensione si può paragonare all’energia termica che riscalda l’acqua nella pentola (mente) che evapora lentamente (atto del pensare) fino a che l’acqua entra in ebollizione (panico) facendola fuoriuscire (dalla pentola/mente) a causa della forte pressione (causando tachicardia e sudorazione).Tutte le cose che ci accadono – per esempio le paure, le perdite, gli insuccessi, le critiche, le aggressioni, le gioie, ecc. - sono registrate nella nostra memoria inconscia con tutta la carica emotiva che le accompagnano, e pertanto più è forte un’emozione, più spesso si riproduce il pensiero corrispondente perché ci vuole più tempo per scaricare la tensione. Quando siamo sereni lo siamo perché non c’è alcun pensiero negativo ad assillarci.Ora, dato che è il lavorio della mente che produce i pensieri negativi che causano la sofferenza, dobbiamo cercare di sbarazzarcene sostituendoli volontariamente con pensieri positivi, in modo da soffrire il meno possibile.
Ecco l’importanza del pensiero positivo! (Ed ecco anche l’importanza di una percezione di sé – altrimenti detta autostima o autoimmagine – non limitata, non ordinaria, ma elevata o superiore). Ma ovviamente non è facile sostituire i pensieri negativi, che sono automatici e involontari, con quelli positivi che richiedono uno sforzo volontario da parte nostra. Se fosse facile, ci sbarazzeremmo rapidamente della sofferenza e dell’infelicità. Tuttavia è possibile sostituire ai pensieri negativi quelli postivi, proprio come è possibile sostituire un’abitudine negativa con una abitudine positiva: ovviamente ci vuole tempo e metodo.La prima cosa da fare è togliere forza ai pensieri negativi ricordandoci che sono automatici e involontari, ossia che non dipendono da noi e non siamo noi a produrli; e quindi non dobbiamo identificarci con essi, il che significa che non dobbiamo considerarli reali, effettivi, concreti: in parole povere, dobbiamo distaccarci da essi.
Osservando i nostri pensieri negativi in modo distaccato, ossia come se non fossero nostri, essi vengono esorcizzati, neutralizzati, devirilizzati, depotenziati, spezzando così la spirale del loro autorafforzamento che si verifica quando li consideriamo veri e reali.Ma è davvero possibile osservare i propri pensieri in maniera distaccata? Si è possibile, a condizione che prima di controllare la mente ci ricordiamo che occorre calmare il corpo. E come si calma il corpo? Il corpo si può rilassare calmando il respiro. Occorre concentrarsi sul respiro e averne piena consapevolezza.
Abituandoci a concentrarci sul respiro più volte al giorno noi
arriviamo addirittura a non pensare ad altro, a non pensare a nulla, ossia
otteniamo il vuoto
mentale; il che significa liberazione rapida dei neuroni dalla tensione e dalla
stanchezza.Infatti, le emozioni negative come l’ansia, le preoccupazioni, la
paura, ecc. tendono a ridurre il respiro - nel panico addirittura vi è
sensazione di soffocamento! – rendendolo molto superficiale e quindi poco
efficace, il che causa stanchezza e stress in quanto la funzione della
respirazione è proprio quella di fornire l’energia alle cellule di tutto
l’organismo in modo continuo e regolare. Invece le emozioni positive come la
gioia, le risate, la spensieratezza ecc. liberano e stimolano i muscoli
del respiro che diventa profondo o addominale, e ciò ovviamente ci fa
sentire più vitali. Prova ne il fatto che quando corriamo o siamo costretti a
fuggire o a combattere (sotto l’effetto di una scarica di adrenalina) il
respiro diventa molto veloce e profondo – il diaframma sobbalza – proprio
perché occorre fornire molte energie ai muscoli delle gambe e delle braccia
(l’ossidazione degli zuccheri avviene in modo più rapido).
Facendo spesso alcuni respiri profondi e lenti, introduciamo più ossigeno nei polmoni e nel sangue, e calmiamo la mente e il corpo fornendogli l’energia vitale necessaria, e allo stesso tempo scarichiamo le scorie metaboliche (soprattutto CO2) e così, magicamente, scompare sia la tensione che la stanchezza. In tal modo i pensieri automatici non sono più carichi di tensione, non sono più virulenti, ma depotenziati, e quindi non sono più in grado di deprimerci e di farci stare male.Una volta ottenuto il vuoto mentale attraverso la concentrazione sul respiro, è facile diventare osservatori distaccati dei propri pensieri negativi e delle corrispondenti emozioni e quindi, a quel punto, siamo in grado di sostituire i pensieri negativi, ormai devitalizzati, con quelli positivi antagonisti e potenzianti, per esempio con un mantra.
Facendo spesso alcuni respiri profondi e lenti, introduciamo più ossigeno nei polmoni e nel sangue, e calmiamo la mente e il corpo fornendogli l’energia vitale necessaria, e allo stesso tempo scarichiamo le scorie metaboliche (soprattutto CO2) e così, magicamente, scompare sia la tensione che la stanchezza. In tal modo i pensieri automatici non sono più carichi di tensione, non sono più virulenti, ma depotenziati, e quindi non sono più in grado di deprimerci e di farci stare male.Una volta ottenuto il vuoto mentale attraverso la concentrazione sul respiro, è facile diventare osservatori distaccati dei propri pensieri negativi e delle corrispondenti emozioni e quindi, a quel punto, siamo in grado di sostituire i pensieri negativi, ormai devitalizzati, con quelli positivi antagonisti e potenzianti, per esempio con un mantra.
Un
mantra è una frase ripetuta spesso con forte intensità emotiva; e
proprio per effetto delle ripetizioni e del coinvolgimento dei cinque
sensi, raggiunge facilmente l’inconscio diventando una suggestione
molto potente. (In
sostanza viene creata rapidamente una nuova via neuronale). L’inconscio,
inoltre, viene raggiunto più facilmente proprio grazie al respiro consapevole
in quanto le onde cerebrali passano dalla forma beta della veglia in cui si è
molto coscienti, alla forma alpha che precede il sonno.In conclusione, il
controllo dei pensieri negativi si ottiene “equilibrandoli” opportunamente con
i pensieri positivi. Ciò perché i pensieri negativi sono spontanei e automatici
(inconsci) e non si possono eliminare in alcun modo, né tanto meno
prevenire! E non si devono criminalizzare e soprattutto non si devono
ignorare nascondendo la testa nella sabbia in quanto, proprio il sentirsi
inadeguati, inefficienti, incapaci e falliti ci spinge prima o poi a
rimboccarci le maniche e a fare il salto di qualità! Infatti, il balzo in
avanti significativo arriva sempre soltanto dopo una crisi, mai durante i
periodi spensierati della vita!
Ed è pur vero che con il passare degli anni, le cadute sono in genere meno numerose e meno spaventose, grazie all’esperienza acquisita e alla maggiore capacità di sopportazione della sofferenza.Ma è ormai risaputo che coltivare pensieri tristi rende duratura la tristezza, mentre avere pensieri gioiosi aumenta la gioia e la spensieratezza. Insomma i pensieri negativi hanno un vero e proprio effetto nocebo, al contrario di quelli positivi che hanno un effetto placebo in quanto in entrambi i casi i pensieri sono autosuggestioni, ossia comandi o segnali per il nostro inconscio.Pertanto, più ci lamentiamo e più le cose continuano ad andare male perché ci concentriamo sulla negatività anziché sulla positività, ossia ci autosuggestioniamo in negativo.
Ed è pur vero che con il passare degli anni, le cadute sono in genere meno numerose e meno spaventose, grazie all’esperienza acquisita e alla maggiore capacità di sopportazione della sofferenza.Ma è ormai risaputo che coltivare pensieri tristi rende duratura la tristezza, mentre avere pensieri gioiosi aumenta la gioia e la spensieratezza. Insomma i pensieri negativi hanno un vero e proprio effetto nocebo, al contrario di quelli positivi che hanno un effetto placebo in quanto in entrambi i casi i pensieri sono autosuggestioni, ossia comandi o segnali per il nostro inconscio.Pertanto, più ci lamentiamo e più le cose continuano ad andare male perché ci concentriamo sulla negatività anziché sulla positività, ossia ci autosuggestioniamo in negativo.
Ora, così come solo la luce è in grado di scacciare il buio, così
ogni cosa negativa può essere scacciata soltanto con il suo antidoto. Ciò
significa che non dobbiamo concentrarci sui perché – perché succede tutto a me,
perché mi trovo in questo stato, perché sono così sfortunato, perché sono
malato, perché sono senza lavoro, ecc. – in quanto è come affondare il coltello
nella ferita e torturarsi inutilmente senza trovare la soluzione dei
nostri problemi. Invece dobbiamo pensare a “come” rimediare, “come” scacciare
il buio dalla nostra vita: dobbiamo concentrarci sulla luce, ossia
immaginare vividamente di trovarci già oltre il tunnel!
Concentrarsi sul come risolvere i problemi anziché sul perché ci capitano certe cose ci fa passare dai programmi inconsci ed automatici che generano i pensieri negativi e che incidono per circa il 90% sulla nostra realtà, all’attenzione consapevole che ci consente di essere presenti nel qui e ora e quindi ci porta ai pensieri positivi, che come dicevamo all’inizio, sono volontari, per esempio all’immaginazione creativa e ai mantra.Prestare attenzione a ciò che si sta facendo, anziché agire col pilota automatico, è l’unico modo veramente efficace per contrastare sul nascere l’insorgere della paura e dei pensieri negativi che sono causati dai condizionamenti inconsci, ossia dalle credenze limitanti acquisite durante l’infanzia e che angustiano la nostra vita anche da adulti.L’attenzione consapevole deve essere rivolta anche e soprattutto al volersi bene sempre e comunque, all’accettarsi e approvarsi anche quando le cose non vanno bene, perché è proprio quando siamo scontenti di noi stessi che sorge la paura di non farcela!E’ però importante sapere che anche i pensieri negativi, così come le emozioni che da essi scaturiscono, possono rivelarsi utili in date circostanze! Persino la rabbia, può essere utile in determinati casi! E rimuoverla del tutto sarebbe un bruttissimo affare perché non sapremmo più difenderci dagli altrui soprusi. In definitiva,qualunque caratteristica umana è dannosa soltanto quando diventa… eccessiva! Come sempre è il troppo che storpia.
Pasquale Foglia
Mantieni i tuoi pensieri positivi
Perché i tuoi pensieri diventano parole
Mantieni le tue parole positive
Perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti
Mantieni i tuoi comportamenti positivi
Perché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini
Mantieni le tue abitudini positive
Perché le tue abitudini diventano i tuoi valori
Mantieni i tuoi valori positivi
Perché i tuoi valori diventano il tuo destino.
Concentrarsi sul come risolvere i problemi anziché sul perché ci capitano certe cose ci fa passare dai programmi inconsci ed automatici che generano i pensieri negativi e che incidono per circa il 90% sulla nostra realtà, all’attenzione consapevole che ci consente di essere presenti nel qui e ora e quindi ci porta ai pensieri positivi, che come dicevamo all’inizio, sono volontari, per esempio all’immaginazione creativa e ai mantra.Prestare attenzione a ciò che si sta facendo, anziché agire col pilota automatico, è l’unico modo veramente efficace per contrastare sul nascere l’insorgere della paura e dei pensieri negativi che sono causati dai condizionamenti inconsci, ossia dalle credenze limitanti acquisite durante l’infanzia e che angustiano la nostra vita anche da adulti.L’attenzione consapevole deve essere rivolta anche e soprattutto al volersi bene sempre e comunque, all’accettarsi e approvarsi anche quando le cose non vanno bene, perché è proprio quando siamo scontenti di noi stessi che sorge la paura di non farcela!E’ però importante sapere che anche i pensieri negativi, così come le emozioni che da essi scaturiscono, possono rivelarsi utili in date circostanze! Persino la rabbia, può essere utile in determinati casi! E rimuoverla del tutto sarebbe un bruttissimo affare perché non sapremmo più difenderci dagli altrui soprusi. In definitiva,qualunque caratteristica umana è dannosa soltanto quando diventa… eccessiva! Come sempre è il troppo che storpia.
Pasquale Foglia
Mantieni i tuoi pensieri positivi
Perché i tuoi pensieri diventano parole
Mantieni le tue parole positive
Perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti
Mantieni i tuoi comportamenti positivi
Perché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini
Mantieni le tue abitudini positive
Perché le tue abitudini diventano i tuoi valori
Mantieni i tuoi valori positivi
Perché i tuoi valori diventano il tuo destino.
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